Si è conclusa a Londra la latitanza di Domenico Rancadore detto “ù profissuri”. Esponente di spicco del clan di “Cosa Nostra”, il 64enne palermitano è stato fermato mercoledì sera dalla polizia locale mentre rientrava nella sua abitazione: il boss ha tentato una fuga disperata dalla porta di servizio, ma è stato subito fermato dagli agenti. L’operazione è stata condotta dalla polizia inglese su indicazione delle autorità italiane e con l’importante contributo dell’Interpol. Condannato a sette anni di reclusione per associazione mafiosa, estorsione e altri gravi reati, Rancandore si era dato alla macchia nel 1994 ed era riuscito a sfuggire alla cattura facendosi passare per un insospettabile insegnante di educazione fisica: una fuga lunga quasi vent’anni che aveva portato all’inserimento del nome di “ù profissuri” nell’elenco dei latitanti pericolosi del Ministero dell’Interno. Nella capitale britannica Rancadore si era costruito una nuova vita e pensava forse di aver chiuso definitivamente con il proprio passato. Una bella villetta nel quartiere londinese di Uxbridge, auto di gran lusso parcheggiate in giardino e preziosi orologi al polso: conduceva una vita agiata “ù profissuri” insieme alla moglie di origine inglese. Si era anche trovato un nuovo nome e una nuova occupazione: si faceva chiamare Marco Skinner, gestiva un’agenzia di viaggi e lavorava saltuariamente come autista di vip e celebrità. “Era il vicino perfetto: sempre tranquillo, riservato e gentile” dicono di lui i londinesi che avevano avuto modo di conoscerlo. Difficile credere che dietro quella maschera si nascondesse un pericoloso latitante. Il ministro dell’Interno Angelino Alfano si è detto pienamente soddisfatto dell’arresto, ha elogiato il lavoro congiunto dei vari organi di polizia e ha espresso profonda “gratitudine per aver assicurato alle patrie galere un altro boss latitante”.
GC
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