MG
Lloyds TSB torna ad essere Lloyds Bank: la decisione dopo il pianificato de-investimento del governo9/29/2013 La Lloyds Bank ha di certo un lungo passato. Parte dei "big four" britannici, la banca e' stata fondata nel 1765 e nei secoli di attivita' ha avuto una decisa e rapida espansione per tutta l'isola. Tra le novita' piu' illustri lanciate dal prestigioso istituto di credito, di sicuro di puo' ricordare l'introduzione del primo Cashpoint elettronico con uso di carta magnetica per il prelievo del denaro. Un'invenzione rivoluzionaria introdotta nel 1972 e destinata a diventare il famosissimo ATM britannico (equivalente al nostro bancomat). Dopo diverse fusioni ed acquisizioni, nel 1995 arriva la grande fusione con la TSB Bank per formare quella che oggi e' una delle prime 4 banche dell'isola. Poi pero' arriva il 2008 e la crisi globale, l'impatto tremendo per tutti gli istituti di credito, nel 2009 l'ingresso nella compagine azionaria del governo britannico (arrivata fino al 43.4%) ed il downgrade del credit rating del gruppo da parte di Moody's da A1 ad Aa3 nel 2011. E per finire la decisione della Commissione Europea di definire come "aiuto statale" l'acquisto delle azioni da parte del governo ed il successivo obbligo a venderle entro novembre di quest'anno. E cosi' e' arrivata la decisione di preparare il rebranding del gruppo e farlo ritornare a Lloyds Bank. Tutte le filiali di Inghilterra e Galles hanno gia' avviato il restyling e per i correntisti e' disponibile il nuovo sito e a breve le nuove carte di credito. E da novembre arrivera' la nuova compagine azionaria extra-governativa e, possibilmente, il ritorno ad una piena profittabilita'.
MG
0 Comments
Le parole sono chiare: il collasso economico della Gran Bretagna. E' questo lo scenario apocalittico che la rivista MoneyWeek ha lanciato ai suoi lettori. Certo, il PIL nazionale e' in lieve crescita, ma secondo il prestigioso settimanale finanziario e' stato raggiunto un deficit insostenibile ed il debito pubblico e' decisamente andato fuori controllo. Complice anche un tasso d'interesse bassissimo che ha permesso un indebitamento governativo "low cost". Ma nello scenario descritto si preannuncia un ritorno a livelli normali del tasso d'interesse, tali da rendere impossibile il rimborso dei debiti accumulati nelle ultime decadi. E se cio' accadesse davvero? Ecco presentato un potenziale collasso economico di proporzioni immani, esplosione della bolla immobiliare ed una situazione da 2008 americano, appesantito pero' da oltre 5 anni di crisi nera e recessione. Insomma, un abominio. Forse la situazione non e' cosi' nera e forse MoneyWeek vuole vendere qualche numero in piu' speculando sulla crisi e presentando "prospetti di salvataggio dei risparmi" a base di bond sicuri e titoli di risparmio. A comprovare le difficili affermazioni pero', la rivista ha enumerato le numerose volte pre-crisi in cui aveva preannunciato eventi nefasti e come altri concorrenti fossero stati ciechi di fronte ai fatti. Sara' e forse e meglio iniziare a mettere in sicurezza risparmi e depositi, in ogni caso nel presente qualche piccolo spiraglio di luce inizia ad arrivare, compreso l'indice manifatturiero che inizia a ripartire. Chi vivra' vedra' dunque. Resta il fatto pero' che il futuro economico dell'Europa, e del Regno Unito in dettaglio, rimane assai incerto. Per vedere l'articolo integrale (in inglese) basta visitare il sito di MoneyWeek. MG Potrebbe incominciare dal 23 ottobre lo sciopero che vedra' protagonisti i lavoratori della Royal Mail, la storica compagnia delle poste britannica che si sta preparando ad una privatizzazione che potrebbe fruttare al governo ben 3 miliardi di sterline, la piu' grande privatizzazione dopo quella della British Rail tra il 1994 ed il 1997. Lo storico marchio postale britannico ha, pensate, quasi 5 secoli di esistenza e nemmeno la Tatcher aveva mai pensato di vendere, piu' che un'azienda, un vero e proprio simbolo del paese. Ma la crisi ha lasciato tanti conti da pagare ed il governo, con il suo deficit che si aggira intorno al 7% (ben lontano dal tanto famigerato 3% di Maastricht), ha un disperato bisogno di soldi. E via dunque a vendere i gioielli di famiglia. Pero' attenzione dicono i sindacati, la privatizzazione delle ferrovie a quasi vent'anni di distanza e' stata un vero fiasco, parola di garante dei trasporti, che parla di tariffe quasi raddoppiate, servizi dimezzati e abbandono della linea ferroviaria in migliaia di piccoli centri (programma gia' avviato nei lontani anni 60 con i Beeching Cuts). E cosi' rischia di finire anche la storica Royal Mail, ormai sempre piu' in concorrenza con migliaia di piccoli e grandi concorrenti, specie nel settore pacchi e logistica, che sempre piu' rubano quote di mercato. E gli esuberi potrebbero essere parecchi. E proprio su questo punto che i lavoratori delle poste si sentono minacciati. Secondo un sondaggio interno all'azienda il 96% del personale si e' definito contrario alla privatizzazione. Vista comunque la decisa posizione del governo liberal-conservatore sulla cessione delle quote, sono stati previsti scioperi generali a partire dal 23 ottobre, scioperi che potrebbero paralizzare l'intero sistema postale. Forse il caso delle Poste Italiane potrebbe essere utile nella vicenda, un vero e proprio successo di rimodernizzazione di un'azienda statale, trasformata in una s.p.a. a maggior controllo dello stato, e che nel 2012 ha generato oltre un miliardo di euro di utili netti. Non male per un'azienda che poteva finire in mano ai privati e che invece oggi costituisce un importante introito per le casse dello stato. Forse, per una volta, l'Italia puo' dare il buon esempio. MG Gonfiare i prezzi contro l'interesse dei consumatori e abuso di posizione dominante di mercato, e' questa l'accusa che e' stata rivolta al marchio inglese Shock Absorber, ditta specializzata nella produzione di reggiseni sportivi, dall'Office of Fair Trading. In particolare le indagini si sono focalizzate sull'analisi di un prodotto dell'azienda, l'Ultimate Run, che e' stato offerto ad un prezzo altamente fuori mercato, complice la posizione di forza che la ditta ha, visto che la Shock Absorber controlla piu' del 15% del mercato britannico sulla vendita di reggiseni sportivi. Il periodo di analisi e' stato tra il 2008 ed il 2011, nel quale il prodotto in questione e' stato offerto fino a £33 per confezione, un prezzo decisamente fuori mercato. Secondo il garante, ad aiutare l'azienda nel suo "cartello" sono stati i distributori e le catene di negozi come House of Fraser, John Lewis e Debenhams. I primi due colossi hanno dichiarato di voler cooperare con il garante per favorire la massima trasparenza sulla vicenda, mentre Debenhams ha respinto le accuse e ha incaricato i propri legali di occuparsi del caso. Un gran successo per consumatori che hanno vinto una battaglia contro gli abusi dei colossi dell'economia britannica ed ora bisognera' aspettare il verdetto finale e il probabile ritorno a prezzi di mercato. MG La compagnia aerea Ryanair non conosce crisi. Il suo modello Low Cost ha rivoluzionato il settore del trasporto aereo in Europa e ha permesso l'integrazione del vecchio continente. Ed e' a Stansted che ora la compagnia guarda con particolare interesse. Con il concorrente aeroporto di Heathrow sempre piu' congestionato e costoso per le altre compagnie aeree, Stansted sta diventando un hub sempre piu' importante per la compagnia irlandese. Ryanair infatti ha appena annunciato un piano di espansione del suo scalo londinese che portera' un incremento dei passeggeri fino a raggiungere i 30 milioni l'anno per il 2023, piu' del doppio degli attuali 14 milioni l'anno. Questo incremento del traffico aereo rendera' Stansted lo scalo londinese con piu' alta crescita e portera' alla creazione di oltre 7000 nuovi posti di lavoro. Oltre a questo, anche per Stansted si prevede un miglioramento infrastrutturale che portera' anche una nuova pista addizionale, soluzione che anche Heathrow sta adottando per fronteggiare una crescita esponenziale del traffico aereo. MG Settimana interessante per le banche britanniche. A seguito dei buoni risultati dell'economia inglese e dei rialzi dei titoli in borsa il governo ha deciso di ridurre la propria quota di partecipazione in Lloyds, uno dei maggiori istituti di credito dell'isola. Come nel caso della Royal Bank of Scotland (RBS), il governo aveva comprato durante la crisi una cospicua quota di partecipazione nei due istituti di credito arrivando a possedere il 38.7% di Lloyds e l'81% della RBS. Visti i brillanti risultati di Lloyds tornata a fare utili dopo anni di recessione, il governo ha quindi deciso di vendere sul mercato parte della propria partecipazione che e' stata ridotta fino a raggiungere il 32.7%. Le azioni che erano state comprate per 73 centesimi di sterline, sono state rivendute sul mercato per 75 centesimi, realizzando ben 3.2 miliardi di sterline. Un ottima operazione finanziaria che ha premiato il rischio intrapreso dalle finanze pubbliche di salvare le banche attuando una vera e propria statalizzazione. Discorso piu' lungo riguardera' invece la RBS, che sta ancora intraprendendo il lungo cammino di ristrutturazione interna per ritornare in area utile. Le azioni della RBS sono quotate al momento £3.60 mentre sono state acquistate per £5.02 dal governo nel 2008. Secondo gli esperti dunque ci vorra' ancora del tempo prima che il governo decida di piazzare la sua quota RBS sul mercato. Diverso discorso riguarda invece la Barclays, costretta a risarcire oltre 300.000 sterline di interessi sui prestiti privati per via di un errore sull'impostazione dei contratti. La banca dunque dovra' correggere a ribasso ulteriormente il gia' malandato profitto sulle commissioni bancarie calato di oltre il 4% in un anno. La banca inoltre era stata multata pochi mesi fa (come diversi altri istituti di credito) per aver venduto assicurazioni sulle carte di credito ai correntisti senza presentare i rischi connessi in maniera chiara, venendo poi costretta dal garante per i consumatori al risarcimento integrale delle polizze. Troppi errori dunque che costano caro e che stanno divorando i profitti di uno dei principali colossi bancari della City. MG Dopo le polemiche che hanno visto al centro del dibattito le 10 sterline con l'immagine di Jane Austen, arriva un'altra novità per le banconote inglesi. La Banca d'Inghilterra ha annunciato piani per stampare banconote plastificate, cominciando con quelle di taglio più piccolo, a partire dal 2016. Il motivo, rendere più difficili le truffe su banconote falsate. La decisione segue uno studio triennale dell'esperienza di un'altra ventina di nazioni, tra cui Australia e Canada, che hanno già sperimentato il parziale passaggio dalla carta alla plastica per la propria valuta. Anche altri sarebbero comunque i vantaggi secondo chi le ha provate: si mantengono più a lungo in buono stato e sono resistenti ai liquidi (possono andare anche in lavatrice). La banca centrale inglese ha già stampato un certo numero di banconote del nuovo tipo per sottoporle al giudizio della gente nei prossimi due mesi. Finora le banconote del Regno Unito, come della stragrande maggioranza degli stati mondiali, erano fatte di fibre di cotone e lino. Le banconote di plastica sono ricavate da una sottile e trasparente pellicola di polipropilene, a cui vengono attaccati strati di inchiostro con cui modellare disegni e caratteristiche grafiche. Una specie di finestrella viene lasciata libera dall'inchiostro, come protezione contro i falsari ed è possibile inserire altri sistemi di sicurezza. La Banca d'Inghilterra sostiene che le nuove banconote sono più pulite, resistenti e durevoli: se ci si versa sopra del vino, riporta la Bbc, si possono pulire e riportarle allo stato originale senza che abbiano subito alcun danno. Ma sono anche sufficientemente sottili e flessibili da stare dentro un portafoglio o una tasca, proprio come quelle di carta usate finora. FC |
Archivi
October 2015
Categorie
All
|