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Dopo anni di crisi ed un aumento generale del debito pubblico, la Gran Bretagna inizia a guardarsi intorno per trovare investitori. Di certo Europa e Stati Uniti non possono essere considerati potenziali collaboratori, anche perche' sono in una situazione finanziaria piuttosto instabile. Ecco allora la potenzialita' di Cina ed Arabia che aprono le proprie finanze all'estero alla ricerca di investimenti per i milioni di dollari accumulati grazie a petrolio e manifattura. Primo accordo e' stato quello energetico che vedra' Cina e Gran Bretagna partecipare in un progetto congiunto per la costruzione di una centrale nucleare di nuova generazione (articolo in archivio), e per gli arabi c'e' qualcos'altro. Per la legge della Sharia, il codice morale della religione islamica, non e' possibile chiedere alcun interesse nelle transazioni finanziarie. Ecco dunque l'impossiblita' di vendere direttamente titoli di stato al mondo arabo, visto che l'interesse viene automaticamente incluso nei titoli. Per raggiungere questi potenziali acquirenti dunque il governo britannico ha studiato un particolare titolo di stato, i sukuk, che non prevedono tassi di interesse e sono conformi alle leggi morali della Sharia, e quindi acquistabili anche dai ricchi emiri del Medio Oriente. La prima emissione avverra' l'anno prossimo ed e' stimata essere di circa 200 milioni di sterline. Solo dopo aver scoperto l'esito delle prime emissioni il governo valutera' una seconda emissione. Una volta lanciati questi titoli, la Gran Bretagna sara' il secondo paese europeo ad aver lanciato i sukuk, dopo la prima emissione della Turchia con scadenza 2018.
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Evasione fiscale: oltre al web le principali catene evadono il fisco attraverso prestiti figurati10/24/2013 Evasione fiscale. Un reato molto grave in Regno Unito. Diverse aziende multinazionali sono state di recente investigate per il reato di evasione fiscale. Si tratta di colossi del web come Google, Amazon e Facebook che, attraverso societa' controllate e dichiarazioni fiscali in altri paesi, riescono ad eludere il fisco degli stati in cui operano, lontani dalla propria sede centrale. In questo caso appena descritto, si configura un reato vero e proprio. Invece, secondo un'indagine del quotidiano The Independent di Londra, ci sarebbe un altro tipo di evasione perfettamente legale, e molte aziende che operano in Regno Unito lo avrebbero usato per evadere il fisco. Si tratta di un metodo piuttosto semplice: registrare una sede legale all'estero e simulare un prestito della societa' straniera verso la filiale del Regno Unito. In questo modo i profitti della societa' britannica vengono ridotti e conseguentemente le tasse da pagare. Sistema assolutamente legale e una beffa per le casse dello stato. Un escamotage contabile conosciuto dal governo ma su cui nulla e' stato fatto. Cameron dunque ne dovra' rispondere alla camera. Si calcola che le perdite per l'erario inglese nel 2012 siano state le seguenti: il Gondola Group, holding proprietaria di Pizza Express e Zizzi, ha eluso 77 milioni di sterline, Pret a Manger quasi 8 milioni, Nando's 8 milioni, Cafe' Rouge (societa' proprietaria di Bella Italia e Strada) 13 milioni. E la lista continua, estendendosi oltre alla ristorazione fino a settori come prodotti per animali domestici Pets at Home 23 milioni, Abbigliamento BHS 3 milioni ed elettronica Maplin di cui i risparmi in tasse non ancora dichiarati sembra ammontino a decine di milioni. I prezzi di energia e gas negli ultimi anni stanno salendo alle stelle. Complici i vari rincari nelle accise, l'aumento ormai continuo di petrolio, gas e carbone, l'inflazione e la domanda che non cessa a scendere. Non c'e' da stupirsi dunque se delle sei compagnie principali in Gran Bretagna che offrono forniture di elettricita' e gas, nessuna abbia avuto meno di 3 rincari negli ultimi tre anni. L'ultimo aumento annunciato avverra' questo 23 Novembre, quando SSE ed EDF aumenteranno le loro tariffe rispettivamente dell'8.2% e dell'8.4% per il gas e dell'8.4% e del 10.4% per l'elettricita'. Un salasso, tanto che il primo ministro Cameron e' arrivato a suggerire agli utenti di "guardarsi intorno" ed eventualmente "cambiare compagnia". Per fronteggiare la crisi energetica la risposta e' chiara, o si scende nei consumi energetici o si sale nel numero di centrali elettriche. Visti i tempi di crisi si potrebbe pensare ad un tentativo di riduzione dei consumi mediante l'uso di deterrenti come tasse aggiuntive sull'elettricita' o altre misure suggerite dal manuale dell'austerity. Invece in Gran Bretagna la parola austerity non e' nemmeno entrata nel dizionario del governo che ha preferito optare per delle misure espansive. Pero' servono i capitali. Il gruppo EDF ha in cantiere un progetto per 14 miliardi di sterline per costruire gli impianti nucleari di nuova generazione, e dove si possono reperire simili somme nel mercato attuale? Di certo gli investitori istituzionali europei ed americani sono a secco a causa di debiti pubblici praticamente insanabili, mentre gli investitori privati fanno difficoltà ad avere sia l'intenzione che la liquidità per un simile investimento. La parola d'ordine allora e' attirare gli investimenti dall'oriente, in particolare da Cina e Medio Oriente. A tal proposito, il cancelliere George Osborne ha aperto le porte del Regno Unito agli investitori cinesi, permettendo anche il controllo di maggioranza nei progetti del nucleare. Questo accordo permetterà al colosso EDF di realizzare un nuovo impianto nucleare di ultima generazione presso Hinkley Point, nel Somerset. L'impianto costera' appunto ben 14 miliardi di sterline e dovra' presto ripianare il deficit energetico che si andra' a creare tra il 2014 ed il 2015, anno in cui gli impianti a carbone verranno chiusi per seguire le direttive europee sull'inquinamento. MG Successo della promozione IKEA per la vendita dei pannelli solari: l'esperimento durera' 10 mesi.10/9/2013 Il colosso IKEA e' riuscito ad integrare con successo la vendita dei pannelli solari nei propri ipermercati della Gran Bretagna. Il pacchetto base comprende pannelli per 5.700 sterline che non dovranno essere istallati dall'utente, ma verranno montati direttamente dal personale di IKEA. Un sollievo per i tanti utenti che si sono almeno una volta nella vita cimentati nel decifrare ed applicare i difficili codici che costituiscono gli elaborati piani di montaggio dei mobili del colosso svedese. I pannelli solari in catalogo promettono di garantire un risparmio di 768 sterline l'anno sulle bollette. Il progetto finora ha avuto un discreto successo, tanto da estendere la data di scadenza della vendita pilota tra 10 mesi, alla fine dei quali IKEA dovra' decidere se continuare o meno la sua partnership con la societa' produttrice dei pannelli, Hanergy. I vertici dell'azienda comunque si dichiarano fiduciosi e sperano che la vendita possa continuare, anche perche' la politica di IKEA e' sempre stata in favore delle energie rinnovabili, installando piu' di 500.000 pannelli solari nei suoi punti vendita. MG |
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