Dopo anni di crisi ed un aumento generale del debito pubblico, la Gran Bretagna inizia a guardarsi intorno per trovare investitori. Di certo Europa e Stati Uniti non possono essere considerati potenziali collaboratori, anche perche' sono in una situazione finanziaria piuttosto instabile. Ecco allora la potenzialita' di Cina ed Arabia che aprono le proprie finanze all'estero alla ricerca di investimenti per i milioni di dollari accumulati grazie a petrolio e manifattura. Primo accordo e' stato quello energetico che vedra' Cina e Gran Bretagna partecipare in un progetto congiunto per la costruzione di una centrale nucleare di nuova generazione (articolo in archivio), e per gli arabi c'e' qualcos'altro. Per la legge della Sharia, il codice morale della religione islamica, non e' possibile chiedere alcun interesse nelle transazioni finanziarie. Ecco dunque l'impossiblita' di vendere direttamente titoli di stato al mondo arabo, visto che l'interesse viene automaticamente incluso nei titoli. Per raggiungere questi potenziali acquirenti dunque il governo britannico ha studiato un particolare titolo di stato, i sukuk, che non prevedono tassi di interesse e sono conformi alle leggi morali della Sharia, e quindi acquistabili anche dai ricchi emiri del Medio Oriente. La prima emissione avverra' l'anno prossimo ed e' stimata essere di circa 200 milioni di sterline. Solo dopo aver scoperto l'esito delle prime emissioni il governo valutera' una seconda emissione. Una volta lanciati questi titoli, la Gran Bretagna sara' il secondo paese europeo ad aver lanciato i sukuk, dopo la prima emissione della Turchia con scadenza 2018.
MG
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