L'economia del Regno Unito e' in crescita oppure no? La crisi e' veramente alle spalle? La politica di deficit spending sta veramente funzionando? Domande come queste stanno in questi giorni dividendo gli economisti della Gran Bretagna nel determinare l'effettivo andamento dell'economia. Se per molti la crisi e' alle spalle, per altri non sembra essere passata, ed anzi si prospetta un futuro ancora piu' tetro.
Gli ultimi dati statistici hanno visto l'inflazione scendere al di sotto del 2%, il limite imposto dalla Banca d'Inghilterra per rivedere i tassi d'interesse. Come primo dato, questa riduzione dell'inflazione puo' rappresentare, a detta di molti esperti, un dato positivo, considerando che la banca centrale non dovra' rivedere il tasso d'interesse, il costo del denaro rimarra' allo 0,5%, un livello decisamente minimo, considerando i livelli pre-crisi. Se poi si considera che il livello dei salari e' aumentato in Gran Bretagna del 1,5%, il dato di un'inflazione in calo dovrebbe considerarsi positivo, segno di un aumento del potere d'acquisto.
Eppure c'e' chi analizza in dettaglio il calo inflazionistico, che e' stato negli scorsi mesi decisamente settoriale e non generale: a determinare il calo infatti sono stati i crolli dei prezzi dei settori dell'intrattenimento, dell'elettronica, della moda e del turismo, mentre considerevoli sono stati gli aumenti nei settori di energia, gas, combustibili e tabacco, settori che maggiormente risentono l'andamento generale dell'economia globale. Se analizzato il dato in dettaglio, questo calo inflazionistico non avra' dunque un valore positivo, piuttosto andra' ad indicare un calo dei consumi (che ha provocato il crollo dei prezzi dei beni di consumo) ed un aumento del costo della vita (causato dall'aumento esponenziale dei prezzi dei settori strategici).
A peggiorare la situazione e' arrivato il dato della disoccupazione UK salito al 7.2%. Sebbene la situazione al momento sia migliorata dal 7.9% dei livelli della crisi, il dato resta alto e non, come previsto, in rapida diminuzione. Se si considera che il rapporto deficit/PIL della Gran Bretagna e' rimasto ancora ai livelli del 7.5%, non iniziando a scendere come invece previsto, l'indebitamento potrebbe diventare insostenibile sul lungo termine.
Gli ultimi dati statistici hanno visto l'inflazione scendere al di sotto del 2%, il limite imposto dalla Banca d'Inghilterra per rivedere i tassi d'interesse. Come primo dato, questa riduzione dell'inflazione puo' rappresentare, a detta di molti esperti, un dato positivo, considerando che la banca centrale non dovra' rivedere il tasso d'interesse, il costo del denaro rimarra' allo 0,5%, un livello decisamente minimo, considerando i livelli pre-crisi. Se poi si considera che il livello dei salari e' aumentato in Gran Bretagna del 1,5%, il dato di un'inflazione in calo dovrebbe considerarsi positivo, segno di un aumento del potere d'acquisto.
Eppure c'e' chi analizza in dettaglio il calo inflazionistico, che e' stato negli scorsi mesi decisamente settoriale e non generale: a determinare il calo infatti sono stati i crolli dei prezzi dei settori dell'intrattenimento, dell'elettronica, della moda e del turismo, mentre considerevoli sono stati gli aumenti nei settori di energia, gas, combustibili e tabacco, settori che maggiormente risentono l'andamento generale dell'economia globale. Se analizzato il dato in dettaglio, questo calo inflazionistico non avra' dunque un valore positivo, piuttosto andra' ad indicare un calo dei consumi (che ha provocato il crollo dei prezzi dei beni di consumo) ed un aumento del costo della vita (causato dall'aumento esponenziale dei prezzi dei settori strategici).
A peggiorare la situazione e' arrivato il dato della disoccupazione UK salito al 7.2%. Sebbene la situazione al momento sia migliorata dal 7.9% dei livelli della crisi, il dato resta alto e non, come previsto, in rapida diminuzione. Se si considera che il rapporto deficit/PIL della Gran Bretagna e' rimasto ancora ai livelli del 7.5%, non iniziando a scendere come invece previsto, l'indebitamento potrebbe diventare insostenibile sul lungo termine.