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Londra come Amsterdam. Ma non per quello che si potrebbe pensare. Nella capitale inglese sta crescendo a livello esponenziale l'uso delle biciclette, affittate, di seconda mano o comprate che siano. Ci sono quelle Barclays, che puoi prendere pagando con la carta di credito. Si dà un pound per prelevarle e poi 50 cent ogni mezz'ora, esclusa la prima, gratuita. Si moltiplicano anche i "relitti" di antiche bici abbandonate per strada dopo che vi erano stati rubati ruote, telai, sellini. A prendere la palla al balzo, facendo leva sul consenso sempre più grande dei cittadini alle due ruote, è il partito dei LibDem. Terzo partito inglese, alleato con i Tory del governo nazionale, i liberal-democratici hanno capito di poter guadagnare a livello elettorale appoggiando i diritti dei ciclisti. E così hanno deciso di sostenere la proposta di un loro giovane deputato, Julian Huppert. Che suggerisce che un automobilista che abbia un incidente con un ciclista sia considerato responsabile a meno che non possa provare il contrario. Appoggerà inoltre un irrigidimento delle regole contro le auto che invadono le corsie ciclabili o i parcheggi destinati ai velocipedi. Un passo importante verso una nazione in cui ci si muove sempre più a costo e consumo zero. D'altro canto anche i ciclisti avranno delle gatte da pelare nei confronti dei pedoni. Pene più severe per chi mette sotto qualcuno sul marciapiede o in strada, multe salate a chi non rispetterà il codice stradale. E se il primo ministro inglese sembra interessarsi poco all'argomento, a spronarlo è nientemeno che un campione olimpico, Chris Boardman. L'atleta suggerisce al premier di prendere esempio dal rivale di Londra, Boris Johnson: "Cameron farebbe bene a guardare a quello che ha fatto Johnson a Londra: nella capitale ormai abbiano un cycling action plan, abbiamo risorse sempre maggiori e un responsabile per il ciclismo che spinge perché le politiche per la bicicletta vengano rispettate. Questo impegno da Londra si deve diffondere in tutto il paese". Il Times, che è il giornale che per primo ha sostenuto la causa dei ciclisti, ha trovato nuovi lettori e nuovo sostegno alla causa che ha deciso di difendere. Alla fine anche Edmund King, il presidente della AA, l'Aci britannica, ha dovuto ammettere: "Se siamo seri sulla rivoluzione delle biciclette allora c'è bisogno dell'impegno diretto del primo ministro, e tutti noi lo seguiremo: più biciclette, più piste ciclabili".
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October 2015
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