Immediata è arrivata anche la difesa dei parlamentari, secondo i quali i dati includono anche pubblicità e pop-up, e quindi non si tratta di tentativi deliberati di accedere a siti a contenuto sessuale. Una spiegazione che sarebbe di per sé convincente, se non fosse che pochi mesi fa un'altra ricerca aveva messo in luce come i parlamentari e il loro staff sprechino migliaia di ore l'anno consultando Facebook (3 milioni di accessi al mese sul network del Parlamento, 300 volte più degli accessi registrati al sito della BBC), giocando con computer e tablet, piazzando scommesse sul Web, facendo shopping online e perfino scaricando illegalmente musica da siti come Grooveshark.
"Niente sesso, siamo inglesi", si diceva una volta. Oggi, invece, pare essere il contrario, soprattutto se il sesso in questione è virtuale: i parlamentari di Sua Maestà, infatti, lo scorso anno hanno visitato per ben 300mila volte siti pornografici utilizzando il network del Parlamento britannico. Una media di 820 visite al giorno, secondo i dati resi noti dall'amministratore della Rete interna del Palazzo di Westminster. Ci sono state, secondo il rapporto (che copre il periodo che va dall'estate 2012 all'estate 2013), grandi variazioni mese per mese: a novembre 114.844 tentativi di guardare siti porno; a febbraio solo 15. Dati che hanno immediatamente suscitato polemiche in Gran Bretagna: per Matthew Sinclair, esponente di TaxPayers’ Alliance (gruppo di pressione che si batte per abbassare le tasse), "questi dati evidenziano come troppe persone che lavorano in Parlamento trascorrano troppo tempo navigando su siti che nulla hanno a che fare con il loro lavoro. Internet può essere un utile strumento per i parlamentari e per il loro staff, tuttavia i contribuenti si aspettano che i loro rappresentanti e coloro che lavorano nei loro uffici facciano il loro lavoro piuttosto che perdere tempo guardando siti discutivbili".
Immediata è arrivata anche la difesa dei parlamentari, secondo i quali i dati includono anche pubblicità e pop-up, e quindi non si tratta di tentativi deliberati di accedere a siti a contenuto sessuale. Una spiegazione che sarebbe di per sé convincente, se non fosse che pochi mesi fa un'altra ricerca aveva messo in luce come i parlamentari e il loro staff sprechino migliaia di ore l'anno consultando Facebook (3 milioni di accessi al mese sul network del Parlamento, 300 volte più degli accessi registrati al sito della BBC), giocando con computer e tablet, piazzando scommesse sul Web, facendo shopping online e perfino scaricando illegalmente musica da siti come Grooveshark.
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October 2015
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