
Le famiglie povere sono costrette a comprare solo junk food? Vuol dire che non sanno come spendere i loro soldi. E i giovani europei che si trasferiscono nel Regno Unito? Lavorano molto di più e molto meglio dei loro coetanei britannici. Parola di chef e super star. Parola di Jamie Oliver. Un’uscita pienamente nello stile del giovane chef britannico che, proprio per il suo approccio fresco e pragmatico, si è guadagnato negli anni le simpatie del pubblico del Regno Unito. Le ultime dichiarazioni di Jamie Oliver sulle colonne dell’Indipendent sono arrivate come un pugno nello stomaco e hanno alzato un vero e proprio polverone. Lo chef ha prima puntato il dito contro i meno abbienti: “Vedo famiglie con pochi mezzi che mangiano cibo scadente, ma che hanno in casa grandi televisori di ultimo modello”. Per Jamie Oliver dunque, non esiste nessun legame fra reddito e qualità della dieta: se le famiglie povere mangiano male, è perché non sanno come spendere i loro soldi. Con buona pace di Feuerbach. Non contento, lo chef ha spostato il mirino contro i giovani britannici che, senza mai dirlo chiaramente, vengono definiti pigri e svogliati. “Choosy” direbbe magari qualcun altro. “Quando ho iniziato io, si lavorava in media da 80 a 100 ore la settimana. – ha riferito in un’intervista al periodico Good Housekeeping – Ora, con le nuove regole UE, la settimana lavorativa è di 48 ore, praticamente la metà: eppure si lamentano!”. E se i giovani britannici sono fiacchi e indolenti, di tutt’altra pasta sembrano fatti i coetanei del resto d’Europa: “Credo che i giovani europei siano più forti, più duri. Se non ci fossero loro, i miei ristoranti sarebbero chiusi. Non ci sono giovani britannici in grado di sostituirli”.
GC
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