I prezzi di energia e gas negli ultimi anni stanno salendo alle stelle. Complici i vari rincari nelle accise, l'aumento ormai continuo di petrolio, gas e carbone, l'inflazione e la domanda che non cessa a scendere. Non c'e' da stupirsi dunque se delle sei compagnie principali in Gran Bretagna che offrono forniture di elettricita' e gas, nessuna abbia avuto meno di 3 rincari negli ultimi tre anni. L'ultimo aumento annunciato avverra' questo 23 Novembre, quando SSE ed EDF aumenteranno le loro tariffe rispettivamente dell'8.2% e dell'8.4% per il gas e dell'8.4% e del 10.4% per l'elettricita'. Un salasso, tanto che il primo ministro Cameron e' arrivato a suggerire agli utenti di "guardarsi intorno" ed eventualmente "cambiare compagnia".
Per fronteggiare la crisi energetica la risposta e' chiara, o si scende nei consumi energetici o si sale nel numero di centrali elettriche. Visti i tempi di crisi si potrebbe pensare ad un tentativo di riduzione dei consumi mediante l'uso di deterrenti come tasse aggiuntive sull'elettricita' o altre misure suggerite dal manuale dell'austerity. Invece in Gran Bretagna la parola austerity non e' nemmeno entrata nel dizionario del governo che ha preferito optare per delle misure espansive. Pero' servono i capitali. Il gruppo EDF ha in cantiere un progetto per 14 miliardi di sterline per costruire gli impianti nucleari di nuova generazione, e dove si possono reperire simili somme nel mercato attuale? Di certo gli investitori istituzionali europei ed americani sono a secco a causa di debiti pubblici praticamente insanabili, mentre gli investitori privati fanno difficoltà ad avere sia l'intenzione che la liquidità per un simile investimento. La parola d'ordine allora e' attirare gli investimenti dall'oriente, in particolare da Cina e Medio Oriente. A tal proposito, il cancelliere George Osborne ha aperto le porte del Regno Unito agli investitori cinesi, permettendo anche il controllo di maggioranza nei progetti del nucleare. Questo accordo permetterà al colosso EDF di realizzare un nuovo impianto nucleare di ultima generazione presso Hinkley Point, nel Somerset. L'impianto costera' appunto ben 14 miliardi di sterline e dovra' presto ripianare il deficit energetico che si andra' a creare tra il 2014 ed il 2015, anno in cui gli impianti a carbone verranno chiusi per seguire le direttive europee sull'inquinamento.
MG
Per fronteggiare la crisi energetica la risposta e' chiara, o si scende nei consumi energetici o si sale nel numero di centrali elettriche. Visti i tempi di crisi si potrebbe pensare ad un tentativo di riduzione dei consumi mediante l'uso di deterrenti come tasse aggiuntive sull'elettricita' o altre misure suggerite dal manuale dell'austerity. Invece in Gran Bretagna la parola austerity non e' nemmeno entrata nel dizionario del governo che ha preferito optare per delle misure espansive. Pero' servono i capitali. Il gruppo EDF ha in cantiere un progetto per 14 miliardi di sterline per costruire gli impianti nucleari di nuova generazione, e dove si possono reperire simili somme nel mercato attuale? Di certo gli investitori istituzionali europei ed americani sono a secco a causa di debiti pubblici praticamente insanabili, mentre gli investitori privati fanno difficoltà ad avere sia l'intenzione che la liquidità per un simile investimento. La parola d'ordine allora e' attirare gli investimenti dall'oriente, in particolare da Cina e Medio Oriente. A tal proposito, il cancelliere George Osborne ha aperto le porte del Regno Unito agli investitori cinesi, permettendo anche il controllo di maggioranza nei progetti del nucleare. Questo accordo permetterà al colosso EDF di realizzare un nuovo impianto nucleare di ultima generazione presso Hinkley Point, nel Somerset. L'impianto costera' appunto ben 14 miliardi di sterline e dovra' presto ripianare il deficit energetico che si andra' a creare tra il 2014 ed il 2015, anno in cui gli impianti a carbone verranno chiusi per seguire le direttive europee sull'inquinamento.
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