TomTato. Non e' un nuovo navigatore satellitare, ne un nuovo smarphone, ma una nuova pianta. A renderla speciale e' la facolta' di produrre con la stessa radice sia pomodori che patate (e da cui il nome di TomTato, rispettivamente tomato e potato in inglese). La pianta e' stata lanciata sul mercato britannico dalla ditta Thompson & Morgan, che ribadisce che non si tratta di OGM ma di una particolare tecnica di innesto. Il prodotto e; in vendita direttamente sul sito internet dell'azienda per 14,99 sterline. Visti gli alti livelli di produzione della pianta sia per i pomodorini che per le patate, non resta che aspettare per controllarne la diffusione. Eppure il lancio di un prodotto simile in Nuova Zelanda chiamato Potato Tom non ha avuto il successo sperato. E' anche vero pero' che di sicuro la scelta di ortaggi coltivabili in Nuova Zelanda e' maggiore rispetto alla poco soleggiata e piovosa isola britannica. E poi l'amore degli inglesi per la cura dell'orto e' proverbiale.
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gli alieni esistono e sono nella nostra atmosfera: ricerca shock di due universita' inglesi9/20/2013 Il dibattito sulla vita nello spazio ha acceso gli animi di migliaia di ufologi, scienziati e semplici amatori. Una risposta e' arrivata dai ricercatori delle universita' di Sheffield e di Buckingham. Gli scienziati infatti hanno trovato tracce di vita nella nostra atmosfera a circa 16 miglia di altezza da terra. Non si tratta pero' di forme di vita super-intelligenti, su dischi volanti magari, o pronti a distruggere la terra. Bensi' si parla di micro-organismi, forme di vita elementari. E qui si apre il dibattito. Secondo i fautori della ricerca queste forme di vita sono arrivate dallo spazio, magari attraverso dei meteoriti. Questa teoria porterebbe credito alle precedenti che avevano indicato la vita sulla terra come un risultato di micro-organismi arrivati proprio su meteoriti da altre parti dello spazio e pericio' "extra-terrestre". La teoria opposta invece ritiene che questi organismi siano arrivati proprio dal nostro pianeta attraverso eventi atmosferici. Certo, dicono i detrattori, per arrivare a 16 miglia di distanza servirebbe un evento di una certa rilevanza e gli unici possibili sarebbero le eruzioni vulcaniche, ma negli ultimi anni non vi sono state eruzioni di tale portata da permettere un simile evento. Il dibattito dunque tra sostenitori dell'origine della vita tra terrestre ed extra-terrestre e' ancora aperto e non si chiudera' prima che si sia fatta chiarezza sufficiente su questa scoperta, che in ogni caso si riconferma straordinaria. MG Un italiano nell'Olimpo britannico dei social media. Il successo internazionale di "Candy Crush Saga", gioco online che ha sbancato su Facebook e smartphone con più di 44 milioni di utenti mensili, non poteva certo passare inosservato. E ora il suo ideatore si trova fianco a fianco con big della rete come Larry Page di Google e Jeff Bezos di Amazon. La consacrazione è arrivata sulle colonne del Guardian con la classifica dei cento personaggi più influenti nei media nel Regno Unito. Riccardo Zacconi, questo il nome del creatore del fortunato gioco, si è collocato al cinquantesimo posto, addirittura davanti a Marissa Meyer del colosso online Yahoo!. Un riconoscimento senza dubbio inaspettato per il 46enne romano che, nell'era dei giovani nerd multi-miliardari alla Mark Zuckerberg, si ritrova ora a gestire un vero e proprio impero. Lanciato nel 2012, "Candy Crush Saga" è stabilmente nella classifica delle applicazioni più gettonate su Facebook e sulle piattaforme mobili di Apple e Android. L'idea del gioco è tanto semplice quanto efficace: accostare caramelle dello stesso colore per distruggerle e vincere così la partita. In pratica, un degno erede dello storico Puzzle Bubble. Un degno erede che, secondo una stima dell'agenzia Think Gaming, produrrebbe 600 mila dollari al giorno di profitti: l'applicazione è gratuita, ma per attivare funzioni extra bisogna pagare cifre che variano da 99 centesimi a diverse decine di euro. Un successo di utenti e di profitti che, secondo alcune testate, come il Wall Street Journal, preluderebbero a un imminente sbarco in Borsa. Congetture, per ora. Al momento rimane soltanto il riconoscimento del Guardian a un 46enne romano. E scusate se è poco. Pochi pensavano che qualcuno, un giorno, potesse mai superare il lancio spaziale da record di Felix Baumgartner. Ebbene, qualcuno è riuscito nell’impresa. Qualcuno, o forse sarebbe meglio dire “qualcosa”. Perché lo sfidante non è propriamente un essere umano. Si chiama Babbage ed è un orsetto di peluche di proprietà dell’aeronauta britannico David Akerman. L’improvvisato paracadutista è partito dalla campagna del Berkshire, contea sud-orientale dell’Inghilterra, e ha raggiunto la stratosfera a bordo di un pallone gonfiato a idrogeno. Poi, a un altezza monster di 39 mila metri (ben 31 metri in più dei 38.969 raggiunti da Baumgartner), è stato gettato nel vuoto. Il volo è durato più di tre ore e mezza, e l’intrepido orsetto è stato ritrovato un’ora e mezza dopo a diverse miglia di distanza. Proprio come Baumgartner, Babbage è stato munito di una videocamera che ha ripreso la sequenza del lancio dalla cima del Mondo. “L’ascensione e l’atterraggio sono stati da manuale” ha scherzato Akerman sulle colonne dell’Indipendent. Il progetto è nato come provocazione al lancio di Felix Baumgartner. Al di là delle ovvie differenze fra i due protagonisti (uno in carne e ossa, l’altro di pezza), il lancio di Babbage ha avuto un costo decisamente inferiore. L’impresa è stata possibile grazie alla moderna tecnologia Rasberry Pi, che si basa su un computer low-cost realizzato da una fondazione britannica. Tanto per fare un confronto, il progetto “Red Bull Stratos” di Baumgartner è costato la bellezza di 34,8 milioni di euro: il lancio del piccolo Babbage solamente 350 euro. Un’ultima curiosità: l’orsacchiotto prende il nome dal matematico, filosofo e inventore inglese Charles Babbage, noto per i suoi studi sulle macchine calcolatrici automatiche e ritenuto il padre dei moderni computer. Giovani gay, bisessuali e lesbiche in Inghilterra hanno due volte in più le probabilità di fumare e bere alcolici dei coetanei eterosessuali, secondo una nuova ricerca promossa da cinque università britanniche, tra cui la University of Cambridge e la London Metropolitan University. Lesbiche e gay under diciotto hanno mostrato anche una maggiore propensione a bere alcolici con estrema frequenza e più pericolosamente. I risultati provengono dall'esame di un campione di oltre 7600 partecipanti. Dati alla mano, il Longitudinal Study of Young People ha coinvolto giovani dai tredici anni in su, monitorati per cinque anni in relazione al consumo di alcol e sigarette e all'identità sessuale. Gay, bisessuali e lesbiche (3,5 per cento del campione) subiscono circa il doppio del rischio di abusare dell'alcol. Lo studio "Sexual orientation identity in relation to smoking history and alcohol use at age 18/19: cross-sectional associations from the Longitudinal Study of Young People in England (LSYPE)" è stato pubblicato su BMJ. FC |
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