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La Scozia risponde alle provocazioni del Cancelliere: "se ci tagliate fuori dalla sterlina, noi ci defiliamo dal sostenere il debito pubblico"

2/15/2014

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Quello del referendum indipendentista scozzese sta diventando decisamente un affare "scottante" che sta trascinando gli animi della politica britannica, ma soprattutto che sta facendo sudare freddo anche il mondo economico. Giusto in settimana il cancelliere Osborne aveva lanciato una vera e propria minaccia al popolo scozzese in caso di un eventuale "si" al referendum sull'indipendenza, ribadendo che per la Repubblica di Scozia non vi sarebbe possibilita' di rimanere nella sterlina. Parole grosse, talmente grosse da creare un botta e risposta che non lascia al caso le interpretazioni. Il primo ministro scozzese Alex Salmond ha infatti affermato con determinazione che in caso si crei nello scenario indipendentista la fine dell'uso della sterlina per la Scozia, il paese non sosterrebbe piu' la sua quota di debito pubblico, in quanto difficile da definire, uscendo quindi dal Regno Unito senza alcun debito, ne' interesse sullo stesso. A sostegno della tesi di Salmond ci sarebbe il problema del calcolo dell'effettivo debito pubblico scozzese, visto che tutti i debiti del paese sono finiti per secoli nel calderone del debito pubblico britannico. Secondo i calcoli, il debito pubblico scozzese si aggirerebbe tra il 38% e il 62% del PIL nazionale, a seconda che si calcoli il debito in base al bilancio fiscale stimato oppure in base alla quota di popolazione. Nel primo caso la Scozia sarebbe esposta per 56 miliardi di sterline, mentre nel secondo caso lo sarebbe per ben 92 miliardi, uno scenario ben differente. La provocazione di Salmond pero' non ha trovato finora credibilita' a livello politico, molti infatti l'hanno definita un vero e proprio "bluff", anche perche' in ogni caso la Scozia sarebbe chiamata a rispondere per i debiti infrastrutturali contratti per le opere pubbliche, senza contare i vari bailout che si sono succeduti con in primis il caso della Royal Bank of Scotland, di fatto la banca candidata a diventare la banca centrale della Scozia indipendente, salvata con finanziamento pubblico britannico e che ovviamente non potra' sganciarsi dalle proprie responsabilita' finanziarie. 

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