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guasto alla metropolitana di londra. per un momento si e' pensato ad un attentato di assad.8/30/2013 Un guasto al treno ha fatto scattare il blocco delle portiere d'emergenza nella Underground londinese. Il panico si e' diffuso tra i passeggeri fino a che le porte sono state sbloccate manualmente e le persone sono riuscite ad uscire dal treno. L'attentato del 2005 alla metropolitana di Londra non e' cosi' lontano e i londinesi sono ancora molto sensibili riguardo la sicurezza e una giornata "calda" politicamente dopo la discussione parlamentare sull'intervento in Siria e le minacce di Assad all'Europa non ha aiutato.
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Un mito delle giovani ragazze vittime di bullismo, un esempio di lotta che ora ha cessato di vivere. E il Regno Unito, ora, si trova costretto a scendere a compromessi con un fenomeno nascosto, sotterraneo ma assai pericoloso. Sinead Taylor, 15 anni, è stata trovata priva di vita, qualche giorno fa, a casa sua. La polizia non ha rivelato le esatte cause della morte, ma la giovane, dallo scorso 11 giugno, era diventata molto famosa nel Paese per aver postato su YouTube un video di nove minuti con il quale raccontava la sua esperienza di vittima di bullismo e con il quale dava consigli a tutte le sue coetanee tormentate da risolini, attacchi verbali e spesso fisici, boicottaggi e indifferenza. “Mi hanno sempre trattato male – disse – sia alle elementari che durante i primi due anni della scuola secondaria”. Il motivo? Sinead forse, agli occhi delle sue compagne, appariva troppo mascolina e veniva chiamata “tomboy”, nomignolo dispregiativo che viene affibbiato, spesso, alle giovani lesbiche e bisessuali. O presunte tali, magari solamente ragazze che non indossano una gonna, che non si truccano e che amano i capelli corti e i cappellini da baseball. Nel video, assai commovente, la ragazza, dopo aver ammesso di essersi procurata volontariamente del male fisico, per reazione, disse: “L’autolesionismo non serve, ma rende le cose più difficili. Allo stesso modo, anche suicidarsi rende le cose più difficili. Farsi del male non serve, rende la situazione peggiore. E sono giunta a questa conclusione dopo lunghe riflessioni”. Poi, nel filmato, si diceva felice per il suo nuovo fidanzatino e diceva di voler diventare una ballerina professionista. Sogni di vita ora infranti, con una famiglia distrutta in una zona, Woolwich, dalle forti tensioni e dal tessuto sociale molto fragile. Ignote, appunto, le cause della morte e i suoi amici, su Facebook, ora chiedono il rispetto della privacy. Ma alcuni parenti, intervistati dalla stampa locale londinese, si sono detti assai sorpresi dall’accaduto: “Sinead sembrava non mostrare alcun problema, anzi, conosceva benissimo la differenza fra il bene e il male”. Tuttavia, la polizia ha classificato la morte come “non sospetta”, escludendo quindi la violenza o l’omicidio. FC Un nigeriano a Bologna che froda il fisco britannico per 500 mila sterline. Sembra quasi l'inizio di una barzelletta stantia, ma è successo veramente. E ora il protagonista della maxi-truffa rischia fino a 14 anni di reclusione.. L'uomo, un 35enne di cui non sono state ancora fornite le generalità, era riuscito a mettere in piedi un'ampia rete criminale e, dal suo computer a Bologna, guidava un complesso sistema di frodi informatiche all'ufficio delle entrate britannico. Un sistema tutt'altro che semplice, ma senza dubbio redditizio: l'uomo era arrivato a procurarsi oltre 700 false identità di cittadini del Regno Unito e aveva chiesto rimborsi per un totale di 500 mila sterline. Almeno un quinto della somma è stato realmente incassato e depositato su conti correnti creati ad hoc dall'organizzazione criminale. La truffa è stata bloccata lo scorso 24 agosto con l'arresto della mente del gruppo. Su segnalazione della polizia postale di Bologna che ne stava monitorando gli spostamenti e le attività, l'uomo è stato fermato a Londra dalle autorità britanniche. Secondo quanto si apprende dalla polizia italiana, il truffatore si era recato in Inghilterra per intascare il resto del bottino. Si ritrova ora con un'accusa di frode fiscale e con il rischio di una condanna a 14 anni di reclusione. GC Un divo hollywoodiano intramontabile. Ieri la notizia, soffre di Alzheimer. E oggi, 27 agosto, la smentita. Sean Connery, l'agente 007 per eccellenza, non ne soffrirebbe. Il portavoce dell'ex James Bond ha fatto sapere infatti che le dichiarazioni dell'amico Caine sono state travisate dal quotidiano tedesco. A spargere la voce della malattia dell'attore 83enne era stato il collega e amico Sir Michael Caine, che, secondo il tabloid tedesco Bild am Sonntag, avrebbe confessato che Connery non ricordava più la sua vita e non riusciva più a ritrovare la strada di casa. Niente Alzheimer dunque. Il grande divo, così come il suo pubblico, non ha dimenticato il suo passato cinematografico. Il "James Bond" più famoso di tutti i tempi, riconosciuto da critica e pubblico come il migliore in assoluto, e colui che ha immortalato sullo schermo la celebre penna di Ian Fleming, ha interpretato il suo ultimo film, La leggenda degli uomini straordinari, nel 2003. Poi, con l'idea della "pensione", ha rivelato di non aver più alcun interesse nel recitare. FC Non si ferma l'onda lunga dello scandalo Datagate. Dopo la lunga sequela di minacce, provocazioni e avvertimenti, un nuovo controverso episodio rischia di gettare un'ombra pesante sull'operato del governo britannico. A finire al centro del mirino questa volta è David Miranda, il compagno del giornalista Glenn Greenwald che per primo pubblicò le rivelazioni della talpa Edward Snowden. Lo scorso 19 agosto il 28enne brasiliano è stato fermato e trattenuto per nove ore dalle autorità britanniche nell'aeroporto londinese di Heathrow. Secondo quanto riferito dai vertici della polizia, il fermo è avvenuto in linea con quanto previsto dall'articolo 7 del cosiddetto "Terrorism act": la legge, ambigua e spesso contestata, consente infatti alla polizia di trattenere e perquisire, senza precedenti autorizzazioni, individui sospettati di legami col terrorismo per un massimo di nove ore. Un fermo condotto a norma di legge, dunque. Ma ciò non è bastato a frenare le polemiche. David Miranda è stato fermato intorno alle otto di mattina ed è stato rilasciato soltanto alle cinque del pomeriggio: nel mezzo, un lungo interrogatorio e la confisca di cellulare, computer, telecamera, DVD anche di vari videogiochi. "Sono stato interrogato su tutta la mia vita" ha dichiarato lo sfortunato protagonista della vicenda che subito avviato un'azione legale contro l'Home Office, il ministero dell'Interno britannico. Miranda ha accusato le autorità del Regno Unito di aver assecondato le richieste degli Stati Uniti di intimidirlo e costringerlo a rivelare la password del computer e del cellulare: "Mi hanno minacciato tutto il tempo, dicendomi che mi avrebbero messo in prigione se non avessi collaborato". Glenn Greenwald ha definito la vicenda "un grave attacco alla libertà e al processo di raccolta di notizie". Inoltre, ha aggiunto, "le azioni del Regno Unito sono una seria minaccia a tutti i giornalisti". Il Guardian e l'opposizione laburista si sono subito schierate a difesa di David Miranda. Scotland Yard, dal canto suo, ha definito "legalmente corretto" il ricorso al Terrorism act. Considerazioni simili arrivano poi dall'Home Office: "Se la polizia crede che un individuo sia in possesso di informazioni rubate molto sensibili, che potrebbero aiutare il terrorismo, allora deve agire e la legge offre un quadro giuridico per farlo". GC Nuovo capitolo nel giallo della morte della principessa Diana. Nel presunto "omicidio" del 31 agosto 1997 sarebbero coinvolte le forze speciali britanniche, le Sas. A rivelarlo è il tabloid Daily Mirror, citando particolari sulle nuove informazioni che Scotland Yard ha ricevuto da fonti militari, sulla morte dell'ex moglie del principe Carlo e madre di William e Harry. Sedici anni fa la Mercedes su cui era con l'amante Dodi al Fayed si schiantò contro un pilone del tunnel del Pont de L'alma, a Parigi. Il caso fu archiviato nel 2008 come un incidente e la responsabilità attribuita all'autista Henry Paul, anche lui deceduto. Secondo il Mirror i nuovi elementi sono emersi durante il secondo processo davanti ad una corte marziale del sergente Danny Nightingale. Le informazioni sono contenute in una lettera inviata al comandante del reggimento di elite delle Sas (Special Air Service, istituito durante la II Guerra Mondiale da Winston Churchill), da un cecchino dell'unità, indicato solo come "soldato N.". Quest'ultimo era un ex coinquilino del sergente Nightingale e nel testo si vantava che le Sas "erano dietro la morte della principessa Diana". Complottisti alla riscossa - La missiva, formata da sette pagine scritte a mano, era nota da settembre 2011 al ministero della Difesa, alla polizia militare e alla procura, cui era stata passata dalle Sas, ma senza alcun riferimento all'unità, prima dell'inizio del processo del sergente Nightingale, per il possesso illegale di un'arma. Il testo recita: "Lui (il soldato N) le ha detto (alla moglie) che erano state le XXX (Sas) ad aver organizzato la morte della principessa Diana e che tutto era stato insabbiato". La notizia, trattata con grande riservatezza a Scotland Yard rilancia le teorie complottiste sulla morte di Lady D, che secondo Mohamed al Fayed, l'egiziano ex patron di Harrods e padre di Dodi, sarebbe stata organizzata nientemeno che dalla famiglia reale per impedire che sposasse o avesse un figlio da un musulmano. Non solo. Il clamore che ha già raccolto in tutto il mondo non potrà che aiutare il lancio dell'attesissimo film con Naomi Watts sugli ultimi giorni della principessa, secondo gli autori "temuto" a Buckingham Palace. FC Dopo le scarpe e le mutande, i corpetti e le valigie, ora c'è timore per un nuovo nascondiglio per le bombe dei terroristi di Al Qaeda: le protesi al seno. Benché possa apparire fantasioso, l'allarme è stato preso molto sul serio dagli addetti alla sicurezza dell'aeroporto londinese di Heathrow, che stanno conducendo controlli sempre più approfonditi per sventare la possibile minaccia. Secondo Daily Mirror e Daily Telegraph, dietro questo nuovo tipo di ordigni ci sarebbe Ibrahim al-Asiri, mente dell'attentato (sventato all'ultimo momento) su un aereo diretto a Detroit il giorno di Natale del 2009, quando un nigeriano aveva nascosto l'esplosivo nella biancheria intima. Al-Asiri potrebbe essere rimasto ferito nei giorni scorsi durante l'attacco di un drone americano in Yemen, ma le nuove armi che ha progettato potrebbero essere già a disposizione di donne-kamikaze. "Ci è stato detto di prestare particolare attenzione alle donne - ha affermato un addetto alla sicurezza di Heathrow - e i maggiori controlli probabilmente hanno già causato code più lunghe del previsto". Secondo Philip Baum, direttore della rivista Aviation Security International, da tempo la possibilità di ordigni impiantati nel corpo è una grande preoccupazione per il settore dei trasporti aerei. Anche perché localizzare esplosivo all'interno di una protesi al seno è praticamente impossibile per i normali rilevavori installati negli aeroporti. E, una volta a bordo di un volo, basta un piccolo scoppio per causare uno squarcio nella fusoliera in grado di far precipitare un aereo. FC Una montagna di grasso solidificato grande come un autobus a due piani. Quindici tonnellate di sporcizia, avanzi di cibo e oli vari. La stampa internazionale l’ha definito “fatberg” – qualcosa di traducibile in “iceberg di grasso” – e il nome rende bene l’idea della disgustosa e incredibile scoperta. I residenti di Kingston upon Thames, distretto a sud-ovest di Londra, lamentavano già un po’ di tempo dei problemi con gli scarichi domestici. Chiamati a scoprire e risolvere la causa del disservizio, gli operai della Thames Water, l’agenzia che gestisce i servizi idrici e fognari della capitale britannica, non potevano credere ai loro occhi. Un’enorme ammasso di grasso e rifiuti aveva praticamente mandato in tilt il sistema fognario di Londra. Un amalgama informe e disgustosa forse frutto della cattiva abitudine di gettare materiale di scarto nel lavandino: nell’enorme montagna di grasso sono stati trovati anche pannolini e salviette umidificanti da bagno. “Mai visto una cosa simile: è sicuramente la più grande montagna del suo genere nella storia britannica” ha riferito Gordon Hailwood della Thames Water. L’agenzia è riuscita a rimuovere l’enorme ammasso di grasso colpendolo per tre giorni e tre notti con potenti getti d’acqua a cui sono state aggiunti alcune sostanze chimiche. Se non fosse stato rimosso, riferiscono dalla Thames Water, il distretto di Kingston avrebbe rischiato seriamente di essere allagata dagli scarichi fognari. Forse per distogliere l’attenzione dal lato più schifoso della vicenda, il sindaco di Londra Boris Johnson ha proposto che gli oli esausti siano riutilizzati per il carburante degli autobus cittadini: la misura potrebbe fornire circa il 20% del combustibile necessario a tutto il parco autobus, ridurre le emissioni di anidride carbonica e creare nuovi posti di lavoro. GC Si è conclusa a Londra la latitanza di Domenico Rancadore detto “ù profissuri”. Esponente di spicco del clan di “Cosa Nostra”, il 64enne palermitano è stato fermato mercoledì sera dalla polizia locale mentre rientrava nella sua abitazione: il boss ha tentato una fuga disperata dalla porta di servizio, ma è stato subito fermato dagli agenti. L’operazione è stata condotta dalla polizia inglese su indicazione delle autorità italiane e con l’importante contributo dell’Interpol. Condannato a sette anni di reclusione per associazione mafiosa, estorsione e altri gravi reati, Rancandore si era dato alla macchia nel 1994 ed era riuscito a sfuggire alla cattura facendosi passare per un insospettabile insegnante di educazione fisica: una fuga lunga quasi vent’anni che aveva portato all’inserimento del nome di “ù profissuri” nell’elenco dei latitanti pericolosi del Ministero dell’Interno. Nella capitale britannica Rancadore si era costruito una nuova vita e pensava forse di aver chiuso definitivamente con il proprio passato. Una bella villetta nel quartiere londinese di Uxbridge, auto di gran lusso parcheggiate in giardino e preziosi orologi al polso: conduceva una vita agiata “ù profissuri” insieme alla moglie di origine inglese. Si era anche trovato un nuovo nome e una nuova occupazione: si faceva chiamare Marco Skinner, gestiva un’agenzia di viaggi e lavorava saltuariamente come autista di vip e celebrità. “Era il vicino perfetto: sempre tranquillo, riservato e gentile” dicono di lui i londinesi che avevano avuto modo di conoscerlo. Difficile credere che dietro quella maschera si nascondesse un pericoloso latitante. Il ministro dell’Interno Angelino Alfano si è detto pienamente soddisfatto dell’arresto, ha elogiato il lavoro congiunto dei vari organi di polizia e ha espresso profonda “gratitudine per aver assicurato alle patrie galere un altro boss latitante”. GC Erano le 16.24 del 22 luglio quando Kate Middleton ha dato alla luce il suo pargoletto, il tanto atteso Royal Baby. Sui giornali inglesi non si leggevano che queste due parole, insieme a “futuro re”, “duca di Cambridge”, “principino”, tanto che il The sun, il giorno della nascita, ha cambiato il proprio nome in The son. Dopo 11 ore di travaglio mamma Kate ha partorito un maschietto di 3 chili e 800 grammi, “per fortuna che somiglia a lei”, dirà poi il papà William. Dopo solo 24 ore dalla nascita Kate e William hanno presentato il primogenito al mondo, uscendo dalle porte del St. Mary Hospital con il piccolo George in braccio, avvolto in un lenzuolo. Già, perché finalmente gli scommettitori di mezzo mondo (o almeno quelli che non si erano sperticati in ipotesi come “Charlotte” e “Chantal”) hanno potuto tirare un sospiro di sollievo. Il principino ha un nome, George Alexander Louis. Che più tradizionale non si può, essendo anche il nome del nonno di William, nonché di altri tre passati sovrani inglesi. Una volta diventato re, il prediletto di casa Windsor sarà Re Giorgio VII. Per il momento è solo un piccolo fagottino urlante, come sottolinea il papà: “Ha un bel paio di polmoni, questo è sicuro”. La regina, da parte sua, non vedeva l’ora che Giorgio venisse al mondo, per concedersi una vacanza. Per fortuna non è nato di notte, altrimenti la futura bisnonna non si sarebbe scomodata, come aveva fatto sapere ai neo genitori. Invece, Elisabetta ha potuto sapere della nascita immediatamente, e fare la conoscenza del piccolo pochi giorni dopo, quando duca, duchessa e baby duca si sono recati a Kensington Palace per le presentazioni. “Molto felice ed emozionata”, la regina è stata immortalata con il bebè, e non sono mancate le foto truccate di lei che con uno smartphone che fotografava l’allegra famigliola. Gli zii, il Principe Harry e Pippa Middleton, hanno fatto visita al nipote il giorno dopo la sua nascita, nella tranquillità di casa Windsor. Nonostante le ironiche battute che ritraevano Harry come lo “Scar” del Re Leone, lo zio spodestato dal trono, lui ha rivelato di essere molto felice e di avere una gran voglia di “fare lo zio”. E dopo la tempesta, la quiete. Kate, William e George si sono trasferiti nella tenuta campagnola dei Middleton per godersi il relax lontano dai pettegolezzi. E c'è chi già si porta avanti, come l'americana esperta di fisiognomica D'Lyn Waldron, che ha sviluppato un ritratto del principino a 14 anni. Tenendo conto dei fattori genetici e sociali, è venuta fuori una foto che mostra un ragazzino dai capelli castani, occhi azzurri e carnagione slavata. FC |
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