Sebbene sia stato solo un singolo articolo e questo abbia espresso solo l'opinione dell'autore, l'importanza della testata su cui e' stato pubblicato ha creato un putiferio mediatico, come se, alla fine, questo commento abbia messo il dito nella piaga delle finanze del regno.
Subito, a difesa della regina, sono scesi in campo i vari sostenitori (anche perche' la regina non rilascia mai opninoni di carattere politico e non interviene mai direttamente sulle vicende, meno che mai su articoli di giornale) pubblicando su una pagina intera del Times londinese una controffensiva tesa a delegittimare il pensiero di Malik, precisando che lo scrittore ha confuso le spese istituzionali con quelle personali. Secondo il Times di Londra infatti, la regina, dovendo coprire il suo ruolo di capo di stato, come negli altri paesi del mondo, siano essi repubbliche o monarchie, e' intitolata a ricevere un indennizzo per mantenere la residenza ufficiale e le spese di viaggio. Continuando, l'articolo ha poi lodato la parsimoniosita' della regina, definita "La Regina del Welfare", il cui stile di vita e' molto contenuto e mirato al risparmio, accusando invece Melik di essere un "comunista" per aver partecipato come collaboratore in passato alla rivista Living Marxism, famosa per pubblicare spesso un pensiero estremista di sinistra.
Nonostante la tentata delegittimazione di Melik, rimane pero' che la regina sia di fatto in bolletta, e secondo indiscrezioni abbia da parte solo "l'ultimo milione" sul conto in banca, ben poco per mantenere il suo impero immobiliare, che secondo ultimi rapporti sarebbe ridotto quasi in rovina necessitando di 50 milioni come fondi di restauro (vedi archivio). A completare il quadro sono state le spese della regina, forse non poi cosi' parsimoniose, che le hanno fatto chiudere il bilancio dello scorso anno in rosso di ben 2 milioni e mezzo di sterline, tutto includendo anche i rimborsi "istituzionali" che riceve. Questo ha costretto la regina ad attingere alle riserve straordinarie e la cosa non e' sfuggita agli attenti osservatori. Con il referendum indipendentista scozzese alle porte pero', la cattiva pubblicita' in casa reale non e' di certo richiesta.