Renzi non convince. Non e' passata all'estero l'ulteriore autoelezione di un altro primo ministro italiano chiamato ad evitare l'affondamento del Titanic Italia, che pero' ha gia' colpito l'iceberg da troppo tempo. Troppe "chiacchiere" e poca "sostanza". Questa finora e' l'impressione, e, secondo il giornale tedesco Die Tageszeitung, anche un po' "bamboccio", tanto da somigliare a Mr. Bean. I ritratti scelti dal quotidiano hanno fatto ridere mezzo mondo, comparando la faccia espressiva di Renzi a quella di Rowan Atkinson, e la somiglianza con l'attore e' davvero sorprendente.
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La cancelliera tedesca Angela Merkel fara' la sua visita ufficiale in Regno Unitro giovedi', quando fara' un discorso al parlamento britannico a camere riunite e poi andra' dalla regina a prendere il tradizionale te' a Buckingham Palace. La ragione della visita? Una visita istituzionale comune, che nasconde pero' il vero motivo: quello di convincere il popolo britannico a rimanere nell'Unione Europea. Ormai molte sono le indiscrezioni che vedono la Gran Bretagna sempre piu' stanca delle decisioni di Bruxelles, troppo spesso dettate proprio da Berlino. Ed ecco che la Merkel, causa di tutti i "guai" secondo i giornali inglesi, andra' in missione per mantenere unita l'Europa. Sara' difficile pero' convincere i sudditi di sua maesta', visto che finora non hanno sbagliato una scelta. La prima, quella di non entrare nell'euro, ha permesso l'indipendenza monetaria del Regno Unito, che in termini pratici, oltre a non aver causato la spirale inflazionistica creatasi in molti paesi, ha consentito il mantenimento della propria politica economica, che in questi mesi e' andata decisamente in contro-tendenza rispetto a quella del continente, grazie alla scelta del deficit-spending (in pratica massicci investimenti dello stato in infrastrutture ed opere pubbliche) per aiutare l'economia invece di una "noiosa" austerity (preferita senza successo da molti paesi del vecchio continente). La crescita del Regno Unito dunque e' stata possibile solo grazie al fatto di non dover sottostare al famoso 3% deficit/PIL dei parametri di Maastricht, definito da alcuni britannici per ironia "Maastrict" (una storpiatura ad indicare il troppo rigore europeo), e viaggiando invece oltre il 7%. La seconda scelta e' stata quella di non ratificare il trattato di Schenghen, preferendo invece accordi bilaterali con i singoli paesi europei, decisione che ha permesso alla Gran Bretagna di evitare un massiccio flusso migratorio dai paesi dell'est dell'UE, senza poter fermare pero' l'esodo degli europei dei paesi dell'ovest in fuga dai disastri dell'eurozona, italiani in testa. Proprio su questo punto in realta' sara' difficile convincere Cameron, che invece sembra molto determinato a lanciare entro la fine del 2017 un referendum che decidera' le sorti in maniera definitiva dello status della Gran Bretagna nell'unione. Sul piatto la Merkel ha portato la promessa di rivisitare il trattato di Lisbona per permettere nuovi accordi tra gli stati, specie sul campo dell'autonomia politica, e nuove garanzie per i paesi dell'UE non membri dell'euro. Queste concessioni tedesche pero' non hanno finora convinto il resto dei conservatori euroscettici, alcuni infatti hanno perfino paragonato la situazione a quella antecedente al referendum del 1975, quando l'allora primo ministro laburista Harold Wilson giro' le capitali europee per trovare "garanzie", ma, secondo i conservatori, invece che ricevere un "sigaro" ricevette un "pacchetto di fiammiferi" e torno' in patria come se fosse stato un trionfo. La Regina Elisabetta sarebbe "una mantenuta" secondo gli americani, scoppia il putiferio mediatico2/24/2014 La settimana passata si e' resa incandescente sui media dopo un articolo pubblicato dal New York Times, dove l'autore Kenan Malik, un saggista e scrittore americano, residente da anni a Londra, ha espresso il suo punto di vista secondo cui la Regina Elisabetta si farebbe di fatto "mantenere" dallo stato britannico senza utilizzare il suo patrimonio personale. Sebbene sia stato solo un singolo articolo e questo abbia espresso solo l'opinione dell'autore, l'importanza della testata su cui e' stato pubblicato ha creato un putiferio mediatico, come se, alla fine, questo commento abbia messo il dito nella piaga delle finanze del regno. Subito, a difesa della regina, sono scesi in campo i vari sostenitori (anche perche' la regina non rilascia mai opninoni di carattere politico e non interviene mai direttamente sulle vicende, meno che mai su articoli di giornale) pubblicando su una pagina intera del Times londinese una controffensiva tesa a delegittimare il pensiero di Malik, precisando che lo scrittore ha confuso le spese istituzionali con quelle personali. Secondo il Times di Londra infatti, la regina, dovendo coprire il suo ruolo di capo di stato, come negli altri paesi del mondo, siano essi repubbliche o monarchie, e' intitolata a ricevere un indennizzo per mantenere la residenza ufficiale e le spese di viaggio. Continuando, l'articolo ha poi lodato la parsimoniosita' della regina, definita "La Regina del Welfare", il cui stile di vita e' molto contenuto e mirato al risparmio, accusando invece Melik di essere un "comunista" per aver partecipato come collaboratore in passato alla rivista Living Marxism, famosa per pubblicare spesso un pensiero estremista di sinistra. Nonostante la tentata delegittimazione di Melik, rimane pero' che la regina sia di fatto in bolletta, e secondo indiscrezioni abbia da parte solo "l'ultimo milione" sul conto in banca, ben poco per mantenere il suo impero immobiliare, che secondo ultimi rapporti sarebbe ridotto quasi in rovina necessitando di 50 milioni come fondi di restauro (vedi archivio). A completare il quadro sono state le spese della regina, forse non poi cosi' parsimoniose, che le hanno fatto chiudere il bilancio dello scorso anno in rosso di ben 2 milioni e mezzo di sterline, tutto includendo anche i rimborsi "istituzionali" che riceve. Questo ha costretto la regina ad attingere alle riserve straordinarie e la cosa non e' sfuggita agli attenti osservatori. Con il referendum indipendentista scozzese alle porte pero', la cattiva pubblicita' in casa reale non e' di certo richiesta. L'Italia non rispetta i diritti umani: La corte suprema inglese accoglie il ricorso degli immigrati2/22/2014 La fine di un incubo per 4 immigrati, due uomini e due donne, tre dell'Eritrea e uno dell'Iran. Sono arrivati dai loro rispettivi paesi in Europa, approdando come prima tappa in Italia, per poi proseguire il loro viaggio (con probabilita', clandestinamente) ed arrivare in Gran Bretagna, dove la polizia di frontiera li ha individuati e trasferiti in un centro di accoglienza. Da protocollo, una volta in un centro di accoglienza, la Gran Bretagna rimanda gli immigrati nel primo paese d'ingresso nella UE, lasciando a tale paese la scelta sul rimatrio, in questo caso l'Italia. Questi clandestini pero' hanno fatto ricorso sul tornare in Italia, lanciando accuse gravissime: i 4 infatti avrebbero ricevuto torture e sevizie durante il loro periodo di permanenza nei centri di accoglienza in Italia. Le donne hanno dichiarato di essere state stuprate, mentre l'uomo dell'Iran ha specificato di non aver ricevuto le cure mediche necessarie, viste le sue condizioni psicologiche gravi, causate dalle torture ricevute in patria. Il caso e' passato prima alla corte di giustizia inglese, dove, dopo l'intervento del ministro degli Interni Theresa May che aveva precisato che l'Italia non ha violato sistematicamente i diritti umani, il caso era stato chiuso in sfavore degli immigrati che sarebbero dovuti tornare in Italia. A quel punto i 4 hanno presentato ricorso all'Alta Corte, ma hanno perso. L'ultima speranza e' stata quella di rivolgersi alla Corte Suprema, l'equivalente britannico della Cassazione italiana, dove la loro domanda ha trovato finalmente accoglimento, permettendo loro di rimanere in UK fino alla decisione delle autorita' sul da farsi, ma sicuramente non dovranno tornare in Italia. La decisione della Corte Suprema e' per l'Italia uno schiaffo morale terribile, in quanto ha de facto riconosciuto che in Italia ci sia stata una "sistematica violazione dei diritti umani", caso che ovviamente si estendera' dalla sfera giudiziaria a quella politica. Visto che in queste ore il governo italiano e' in via di formazione, non c'e' stata ancora una replica del ministro degli esteri italiano. Helen Grant e' il ministro dello sport e delle pari opportunita' in Gran Bretagna. Il putiferio si e' scatenato su di lei sopo una sua dichiarazione al The Daily Telegraph dove ha dichiarato che molte donne hanno perso interesse nello sport dopo essere state costrette a giocare a calcio a scuola. "Per ritrovare passione nell'attivita' sportiva molte donne dovrebbero dedicarsi ad attivita' che ledano la loro femminilita', come ad esempio il ballo, la ginnastica, diventare cheerleader oppure il pattinaggio". I commenti del ministro hanno creato molto scalpore e molte sono state le femministe a lamentarsi. Laura Bates, la fondatrice di Everyday Sexism ha definito le parole della Grant "di nessun aiuto" alle donne, ritenendo sbagliato l'approccio nel dire che le donne per avvicinarsi allo sport debbano sentirsi femminili. La Grant si e' difesa sostenendo che le sue parole devono essere prese come un incitamento all'attivita' sportiva per quelle donne che hanno perso interesse e non per quelle che ne hanno gia' una gran passione. Non si placa il dibattito sul referendum indipendentista scozzese in programma il 16 settembre 2014. Dopo le parole di Osborne che hanno ribadito l'impossibilita' per la Scozia indipendente di mantenere la sterlina come valuta di riferimento, ora arriva un altro secco e durissimo commento da parte del presidente della Commissione Europea Barroso, il quale ha definito il potenziale ingresso della Scozia indipendente nella UE come "assolutamente non automatico, soggetto a studio preliminare e dal risultato assai improbabile se non impossibile". Queste parole sono fortissime e rafforzano i timori del fronte scozzese pro UK che denunciano come l'improbabile uscita della Scozia dal Regno Unito non solo porti la nuova repubblica fuori dalla sterlina, ma anche fuori dall'intera Unione Europea in un solo colpo, costringendo il popolo scozzese alla situazione di extra-comunitarieta', soprattutto con i loro ex compatrioti inglesi, presso i quali non potrebbero piu' lavorare a meno di non ricevere un visto di immigrazione. Un disastro insomma che dovrebbe far riflettere il fronte indipendentista, finora convito della certezza dell'ingresso automatico della Repubblica di Scozia all'interno dell'Unione Europea. Barroso ha infatti spiegato che il passaggio di ogni nuovo paese nella comunita' del vecchio continente deve essere valutato singolarmente ed approvato da tutti i singoli paesi. Il precedente si e' gia' creato con la Repubblica del Kosovo, sul cui ingresso nell'Unione la Spagna ha esercitato il veto, anche per paura/monito per i propri problemi con i separatisti della Catalogna. Stesso caso dunque si verrebbe a creare nell'applicazione scozzese, su cui di certo l'Inghilterra eserciterebbe il proprio di veto, rendendo la Scozia di fatto un paese extra-comunitario con tutti i problemi connessi. Permane una situazione generale di maltempo in Gran Bretagna. Forti venti dall'Atlantico, mareggiate e persistenti piogge stanno interessando il Galles ed il sud ovest dell'Inghilterra. In Devon, la situazione e' molto difficile e nella citta' di Dawlish la linea ferroviaria a ridosso del mare e' stata danneggiata, interrompendo i collegamenti su rotaia da Londra alla Cornovaglia. Sotto accusa e' ritornato il ministro dell'ambiente Owen Paterson, gia' coinvolto nelle proteste per i mancati preparativi durante le alluvioni della Gran Bretagna tra dicembre e gennaio, ed ancora in questo caso non sono stati effettuati i sufficienti preparativi per predisporre le zone colpite alla situazione di maltempo. Non c'e' stato infatti un piano d'allarme che hanno interessato i residenti e molte sono le proprieta' senza corrente elettrica. Le previsioni meteo non promettono un rapido miglioramento della situazione che anzi si dovrebbe spostare verso il sud dell'Inghilterra. Problemi per il governo di Cameron. Il ministro dell'immigrazione Mark Harper si e' dimesso dopo aver scoperto che la sua colf e' un'immigrata clandestina. Harper e' stato durante il suo incarico protagonista di tanti episodi di forte durezza contro l'immigrazione clandestina (famoso caso dell'immigrato iracheno a cui Harper rispose in diretta di "tornare al suo paese"). Ora il caso e' ovviamente esploso sui media, anche se una nota del governo precisa che la colf di Harper, pur provenendo da un paese extra-europeo e non avendo un regolare permesso di lavoro, avrebbe mentito al proprio datore di lavoro fornendo dei documenti falsi. In ogni caso le dimissioni sono state accettate con "rammarico" e al posto di Harper siedera' il conservatore James Brokenshire. |
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